Intervista a Marcelino Gomez, chef candidato alla Selezione Italiana Bocuse d’Or 2023
Ciao Marcelino, raccontaci in breve chi sei e cosa fai nella vita:
Attualmente non lavoro per un ristorante, da un anno mi concentro solo sul concorso, ci vuole molto tempo ed energie per farlo come voglio io. Fino all'anno scorso ero lo chef ricerca e sviluppo di Mirazur, sono arrivato al Mirazur nel 2020, dopo aver lavorato anche come chef di ricerca e sviluppo presso Alchemist,Sono stato anche fortunato di lavorare come pasticcere al Geranium nel 2017, un'esperienza da sogno.
Cosa significa per te partecipare ad una gara come il Bocuse d’Or?
Per me significa raggiungere un obiettivo professionale; il Bociuse d’Or è il più alto livello di competizione a cui puoi aspirare come cuoco, ma non solo, perché significa rappresentare il tuo paese, significa molto impegno, pazienza, lotta, lavoro di squadra, passione, sapere che è un lungo percorso di apprendimento continuo. Per me rappresenta la mia vita negli ultimi 7 anni, è qualcosa che ho sognato dal primo giorno in cui ho iniziato a cucinare, è come vivere un'Olimpiade, è qualcosa di unico sentire quel momento in cui sei nel box, condividere con le altre squadre, vedere i tifosi urlare sugli spalti è una cosa difficile da spiegare, solo a pensarci mi viene la pelle d'oca
Hai un aneddoto particolare che ti ha portata a sognare il Bocuse D’Or, e perché hai deciso di partecipare alla Selezione Italiana?
La possibilità di iscrivermi alla Selezione Italiana mi è venuta nel momento giusto della mia vita, dopo aver attraversato due concorsi con altre squadre e aver visto come due amici sono arrivati in finale, come Sigurour Laufadal dall'Islanda e Artur Kazariski dall'Estonia, due persone che mi hanno ispirato e aiutato molto a lanciarmi come candidato. Voglio portare in alto questo paese.
Tu, la tua squadra avete già partecipato precedentemente a competizioni di cucina?
Sì, negli ultimi 4 anni ho avuto l'opportunità di vivere due finali del Bocuse d’Or a Lione, nel 2019 come giuria per la squadra argentina, lavorando durante tutto il processo nella parte di sviluppo, e nel 2021 come allenatore della squadra colombiana. Per me è stato parte del processo di apprendimento vedere la competizione dall'interno e capirla; per questo motivo adesso mi sento pronto a partecipare come chef candidato.
Come avete pensato di affrontare la Selezione Italiana Bocuse d’Or?
Penso che il modo migliore per arrivare al 19 febbraio sia pianificare quello che farò ora per ora, giorno per giorno, seguire alla lettera il programma che abbiamo fatto con la squadra, arrivare ben allenati ma ben riposati e continuare a fare del buon allenamento sportivo, per sostenere la gara al meglio.
E come immaginate di prepararvi alle selezioni europee qualora doveste passare il turno italiano?
Penso che inizierei a correre. È molto importante avere la possibilità di mettere tutta l'energia nel concorso. Cercherei le risorse per potermi concentrare solo su quello, una buona pianificazione dell'anno è molto importante e soprattutto la squadra, senza squadra non c'è Bocuse. Anche essere presenti alla prossima finale è importante per vedere dove sta andando il concorso anno dopo anno.